Grande interesse per il forum online sulla sostenibilità realizzato oggi da San Patrignano e Confindustria
“Dobbiamo considerare questa crisi pandemica come messaggio chiaro verso aziende, società e governi. Quello che abbiamo fatto fino al Covid non va bene, non ci siamo protetti, abbiamo destabilizzato l’ambiente naturale, abbiamo creato diseguaglianza crescente. Nell’era post-covid dovremo pensare a un vero sviluppo sostenibile, tenendo conto dell’inclusione sociale e della sostenibilità ambientale come elementi cruciali”. L’economista di fama mondiale Jeffrey Sachs, direttore dell’Earth Institute della Columbia University, è stato questa mattina fra i keynote speaker della terza edizione del Sustainable Economy Forum promosso da San Patrignano e Confindustria. “Serve un approccio collaborativo e cooperativo fra i Paesi verso una visione comune di una crescita sostenibile, guidata da investimenti sui pilastri del Green Deal europeo, l’approccio che l’Europa ha scelto per costruire una società più sostenibile – ha affermato Sachs -. C’è un modo di vivere in maniera giusta, inclusiva, basata sull’uguaglianza: il Green Deal europeo è l’approccio che serve. L’Europa da sempre meglio combina il desiderio di sostenibilità economica e ambientale in una società prospera. La leadership del G20 dell’Italia è un’opportunità di reindirizzare l’economia mondiale sul sentiero giusto. Dobbiamo agire in modo cooperativo evitando nuovi conflitti per costruire il futuro che ci serve”.
Ben 1500 le persone che hanno seguito il forum online che ha avuto Intesa Sanpaolo quale partner istituzionale. Accenture, Eni, Gruppo 24 Ore e Hitachi Rail sono Top partner dell’evento; partner Acqua Alma, IGP Decaux e Lavazza.
Chiudendo i lavori, Carlo Clavarino, presidente della Fondazione San Patrignano, ha rimarcato come dal Forum sia “emerso con ancora più forza come, dopo la pandemia, la sostenibilità sia una responsabilità condivisa, un fattore strategico competitivo imprescindibile per uno sviluppo economico, sociale e ambientale armonico di tutti i Paesi, così come l’importanza per le aziende e le istituzioni di porsi degli obiettivi in un orizzonte temporale di lungo periodo e in uno spazio allargato”.
Una responsabilità richiamata anche da Maria Cristina Piovesana, vicepresidente di Confindustria. “Confindustria sente forte la responsabilità di dare il proprio contributo alle Istituzioni per politiche orientate alla crescita sostenibile e alla creazione di benessere diffuso. Il futuro ci riserva traguardi importanti e il ruolo delle imprese si conferma fondamentale come strumento di democrazia e di inclusione sociale, temi al centro di questa edizione del Sustainable Economy Forum. Se vogliamo una sostenibilità economica e sociale abbiamo bisogno di cogliere le sfide che abbiamo davanti, supportare le nostre imprese accompagnandole in questo percorso virtuoso. Resta strategico quindi il tema dell’innovazione tecnologica anche per la trasformazione del sistema produttivo in chiave 4.0. Si tratta di cambiamenti profondi che richiedono una cultura aziendale moderna”.
I lavori sono iniziati con il keynote speech di Mario Monti, presidente della Commissione Paneuropea per la salute e lo sviluppo sostenibile Oms. “Dobbiamo ripensare le scelte politiche alla luce della pandemia, che ha mostrato l’impreparazione del sistema internazionale. E’ necessario modificare la governance internazionale della salute, in particolare con la creazione nel G20 di un “Global Health Board” sul modello del “Financial Stability Board” creato dopo la crisi finanziaria del 2008. Accanto a questo, in Italia occorre prendersi cura della sostenibilità del debito pubblico, o i nostri giovani saranno penalizzati in termini di qualità di vita comparata e competitività”.
John E. Scanlon, presidente Global Initiative to end Wildlife Crime, nel suo keynote speech ha quindi messo in luce le connessioni fra tutela della fauna, dell’ambiente e le pandemie. “L’attuale regime internazionale per regolamentare commercio di animali e contrastare i crimini contro la fauna selvatica è inadeguato, decide solo sulla base di criteri biologici, ma non fa alcuna attenzione al rischio per la salute animale o umana. La regolamentazione deve avere un approccio one health e occorre un nuovo accordo. Ci rivolgiamo all’Italia perché funga da leader per l’adozione di un nuovo protocollo sui crimini contro gli animali”.
Nelle tavole rotonde è stato affrontato il tema della sostenibilità legato a salute, ambiente, economia, finanza, innovazione. Maria Paola Chiesi, direttore Shared value & sustainability di Chiesi, ha illustrato come la sostenibilità ambientale si inserisca nell’agenda del settore farmaceutico. “La mancanza di investimenti preventivi nei sistemi sanitari può avere effetti devastanti su società ed economia nel lungo termine. La spesa sanitaria non è un costo, ma un investimento strategico nella sostenibilità sociale. Serve un approccio sistemico di lungo periodo che richiede di investire anche sull’industria farmaceutica europea per non dipendere da altre nazioni nell’approvvigionamento delle cure: l’esempio dei vaccini è emblematico”.
Gianfelice Rocca, presidente del Gruppo Techint e del Gruppo Humanitas ha poi sottolineato: “La pandemia ci ha messo di fronte alla certezza che in Europa dobbiamo costruire un sistema sanitario e di welfare più forte. Per vivere meglio dobbiamo mettere insieme competenze economiche e scientifiche in modo innovativo: mai come in questa occasione sono stati messi a disposizione di tutti i dati su genetica e sequenziamento del virus e questo ha portato a risultati inimmaginabili. Allo stesso tempo però la pandemia costringe ogni singolo cittadino ad aver maggiore attenzione verso la propria salute senza aspettarsi l’immortalità da parte dello Stato”.
Nel panel dedicato all’economia, Mauro Gallavotti, Ceo del Gruppo Celli, ha illustrato come contribuire alla tutela dell’ambiente nel settore dell’erogazione delle bevande, testimoniando come si possa fare impresa e vincere la competizione internazionale innovando e investendo sulla sostenibilità. “Il consumo di bevande avviene nel mondo ancora attraverso la singola bottiglia o lattina, modalità non più sostenibile e sbilanciata, in particolare in Italia. Cambiare questo modello significa ottenere grandi benefici di tipo sociale, ambientale ed economico. Bisogna passare attraverso la valorizzazione dell’acqua di rete e le aziende devono diffondere una cultura del consumo responsabile”.
Andrea Illy, co-Presidente della Regenerative Society Foundation assieme all’economista e saggista Jeffrey Sachs, si pone obiettivi molto ambiziosi entro il 2030, volti a cambiare l’ormai insostenibile modello economico e sociale attuale, in favore di un paradigma nuovo, capace di rigenerare persone, economia e ambiente: “L’homo sapiens non si è comportato in maniera dissimile alle locuste rispetto allo sfruttamento del suolo e delle risorse. La buona notizia è che il capitale vegetale biologico è rigenerabile. Ora dobbiamo accelerare questa rigenerazione e cercare di ripristinare la biodiversità. Ecosistemi più sani significano vita più sana”.
Intervenendo sul tema dell’ambiente, Anna Zegna, presidente della Fondazione Zegna, ha raccontato come sia possibile riuscire a coniugare impresa industriale e comunità, oltre ad un’armonica convivenza tra uomo e natura con l’oasi Zegna. “Ognuno di noi cammina nella vita lasciando un’impronta. Il nostro compito oggi è lasciare luogo migliore alle generazioni future”.
Luca Travaglini, co-fondatore di Planet Farms ha raccontato l’impatto positivo che il vertical farming porta all’ambiente, grazie ad una migliore gestione delle risorse idriche, un ridotto consumo di suolo e una sensibile riduzione delle emissioni di Co2: “Si deve produrre dove c’è esigenza di consumo, non dove ci sono le condizioni”.
L’innovazione tecnologica si intreccia con la sostenibilità in vari settori, come hanno illustrato Giuseppe Lavazza, vicepresidente di Lavazza, Andrew Barr, vice presidente di Hitachi Ltd e Ceo di Hitachi Rail Group, e Roberto Colaninno, presidente di Piaggio.
“Il trasporto ferroviario migliora la mobilità, rafforza la collettività e dà un grande contributo alla sostenibilità, è un’alternativa verde già disponibile – ha ricordato Barr – Occorre incoraggiare le persone a utilizzare il treno. Noi stiamo investendo sulla tecnologia ibrida per raggiungere lunghe distanze e i nostri treni regionali utilizzano una tecnologia a batterie che sostituisce il diesel, eliminando il cablaggio al di sopra dei treni. Un grande cambiamento in termini di ambiente e sostenibilità anche per tram e città storiche”.
Giuseppe Lavazza ha mostrato il percorso di integrazione della sostenibilità economica, ambientale e sociale portato avanti da Lavazza da molti anni, assieme alla continua innovazione con partnership di eccellenza in ambito accademico, istituzionale e imprenditoriale. “Per creare un impatto vanno messe in rete competenze ed esperienze. Noi lo abbiamo fatto per gli aspetti legati al cambiamento climatico e alla sostenibilità sociale, basando il nostro approccio su 4 punti: consapevolezza nell’organizzazione, monitoraggio molto stretto delle attività da tenere sotto controllo, interventi per limitare ostacoli alla riduzione di CO2, attività di compensazione delle emissioni che non saremo in grado di eliminare completamente”.
Una mobilità che dovrà tenere sempre più conto di un modello di inurbamento diffuso, come ha raccontato il Presidente di Piaggio Roberto Colaninno, assieme ad alcune soluzioni avveniristiche sviluppate dal centro di ricerca di Piaggio Fast Forward a Boston. “La Piaggio ha cambiato dna negli ultimi dieci anni. Il problema della mobilità è declinabile a seconda del Paese in cui ti trovi, ma allo stesso tempo è necessario pensare ad una nuova mobilità. E noi stiamo studiando una nuova idea di sostegno alla mobilità pedestre”.
Dedicata alla finanza sostenibile e socialmente responsabile la tavola rotonda conclusiva, in cui si è discussa la maggiore sensibilità da parte degli investitori in ambito ESG (Environment Sustainable and Governament). Fabio Benasso, Ceo e presidente di Accenture Italia, ha messo in luce i fattori abilitanti in grado di favorire una reale finanza sostenibile e il suo contributo fondamentale nello sviluppo del tessuto produttivo italiano. “Sono tre gli acceleratori della finanza sostenibile: l’innovazione tecnologica; i dati; la cultura ESG associata a competenze e talenti. Chi sa combinare trasformazione digitale e sostenibilità è in grado di uscire prima dalla crisi e avere un ruolo competitivo. La realtà italiana per il 90% è fatta di Pmi: il tema a livello di sistema Paese è costruire piattaforme che aiutino filiere e cluster di imprese a trasformarsi in ottica di sharing e di sostenibilità”.
A sottolineare l’importanza della sostenibilità anche Carlo Messina, CEO di Intesa Sanpaolo: “Siamo stati la prima banca italiana ad aver emesso il primo green bond e successivi bond legati alla sostenibilità e all’economia circolare, ma gli aspetti della sostenibilità prescindono dal tipo di business svolto. Gran parte delle aziende hanno una forte pressione da parte degli azionisti perché l’impresa punti alla sostenibilità e il loro approccio deve tenere conto dell’ESG. Intesa Sanpaolo aveva già nel suo dna l’idea di operare nel mondo della sostenibilità, forte dell’esperienza delle Fondazioni bancarie. Oggi Intesa Sanpaolo è l’operatore che in Italia porta avanti il più grande progetto contro la povertà donando oltre 17 milioni di pasti a persone che hanno bisogno e sono in difficoltà. Oggi nel nostro Paese c’è emergenza sociale di povertà e noi dobbiamo affrontare come sistema Paese l’emergenza povertà”.